"È un diffuso animismo quello che emerge in modo sottile dalle sculture di Alessandro Ferrari, una spiritualità che nasce dalla materia perché, contenuta già in essa, cerca da tempo immemore di uscirne: la sua opera è quella di scavare un cammino per liberare le presenze vive che la animano.
In questo senso la scelta del legno diventa estremamente significativa. Il legno è per lui innanzitutto materia organica in cui, facendosi veggente e al tempo stesso demiurgo, ritrova la vita che scorreva al suo interno dandole un nuovo aspetto.
Spesso è la forma dei rami e dei tronchi che l’artista sceglie a suggerirgli quale anima vi è racchiusa, ecco allora affiorare in superficie animali, visi, divinità e presenze angeliche.
Altre volte sembra che sia la materia prima stessa a protendere verso l’esterno mani e membra, come a concretizzare quello che fino a un attimo prima era solo spirito".
Antonella Fava
Art Curator
“Il richiamo della natura suggerisce ad Alessandro Ferrari la scelta profonda e meditata di toccare con mano queste creazioni del mondo attraverso la scultura in legno, dove i profumi intensi dei rigogliosi boschi danno linfa vitale alla sua ispirazione.
Questi tronchi d’albero alti che crescono rigogliosi nei luoghi montani a lui molto cari sono il suo tramite tra la terra e il cielo, tra l’umano e il divino. In mezzo ad esso c’è la sua emotività che prevale su tutto, anche sulla sua tecnica. E’ ciò che l’artista vede e percepisce attraverso il blocco di legno e la sua fantasia comincia a percorrere in maniera spontanea dando nuova vita creativa a quel materiale cosiddetto “povero” che in realtà è stato e tuttora è indispensabile nella vita di tutti gli esseri viventi.
Alessandro Ferrari sente su di sé questa responsabilità e riconoscenza cercando di utilizzare questi tronchi già tagliati senza abbatterli di proposito dando a loro (e a se stesso) una seconda possibilità di ricreare e restituire a madre natura ciò che gli è stato donato attraverso un suo personale linguaggio rituale che risuona come un mantra, una preghiera rivolta agli esseri viventi che rappresenta nelle sue opere come entità pure e divine.
Un artista appassionato che crea e lavora solo se si sente ispirato dal suo essere “spirito libero”, nutrendosi prevalentemente di emozioni che sfociano in una estetica essenziale senza inutili sovrastrutture, proprio per diffondere questo suo eterno amore per tutto ciò che è Natura”.
Massimo Pirotti
Critico d'arte